In Francia i complementi alimentari potranno ora essere chiamati “probiotici”

In Francia, il termine “probiotico” si potrà utilizzare sull’etichetta dei complementi alimentari che soddisfano alcune condizioni. Una scelta che porta il Paese lontano dall’interpretazione particolarmente restrittiva fornita dalla Commissione europea.

L’annuncio è arrivato dalla Direzione Generale per la Politica della Concorrenza, i Consumatori e il Controllo delle Frodi (DGCCRF) e consentirà alla Francia di allinearsi ad altri Paesi, come l’Italia. La Commissione Europea permette di utilizzare il termine probiotico esclusivamente come “indicazione sulla salute”, da usare solamente se legato ad un effetto verificato e specifico sulla salute.  

La svolta francese

La decisione francese è arrivata di fronte alla mancanza di un chiaro quadro normativo riguardo gli alimenti probiotici. Nel 2005, l’Italia ha deciso di regolare l’utilizzo di questo termine attraverso delle precise Linee Guida Nazionali che sono state aggiornate nel corso degli anni. Una scelta fatta anche dalla Repubblica Ceca e, in seguito, dalla Spagna e dalla Danimarca. Alla lista dei Paesi che hanno autorizzato l’uso del termine si sono aggiunti infine Paesi Bassi, Malta, Polonia e Bulgaria.

Cosa accadrà in Francia? L’espressione “probiotico”, come accade in Italia, si potrà utilizzare in presenza di alcune condizioni molto precise, al fine di garantire sicurezza, efficacia e qualità dei complementi alimentari. Sull’etichetta si potrà inserire un riferimento riguardo l’effetto dei probiotici sulla flora intestinale, usando la formula: “contribue/participation/maintien à l’équilibre de la flore intestinal”.

Le indicazioni sugli alimenti in Europa

In Europa le indicazioni sugli alimenti seguono il Regolamento (CE) 1924/2006. Nell’UE infatti attualmente è stata identificata una sola indicazione autorizzata riguardo i microrganismi probiotici ossia: “i fermenti lattici vivi dello yogurt migliorano la digestione del lattosio”. II ceppi specifici non hanno ancora ricevuto da parte dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) un parere positivo riguardo caratteristici benefici. Nonostante ciò numerosi studi ed evidenze scientifiche hanno dimostrato gli effetti positivi dei probiotici, spingendo le autorità di vari Paesi a considerarli una categoria particolare di ingredienti, comunicandone – di fatto – la specificità ai consumatori.

Cosa sono i probiotici

Per comprendere la svolta francese è fondamentale sottolineare cosa sono i probiotici. Con questo termine si intendono dei microrganismi che si trovano nel tratto intestinale, ad esempio batteri oppure lieviti, come i Bifidobatteri e il Saccharomyces boulardii. Questi microrganismi sono naturalmente presenti nell’intestino umano e possono resistere all’azione di enzimi intestinali, sali biliari e succhi gastrici.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’effetto benefico dei probiotici sulla salute dell’uomo. Sono infatti utili per proteggere il sistema digerente in caso di trattamenti farmacologici, per rafforzare la flora intestinale e contrastare flatulenza e gonfiore. Solitamente si possono assumere consumando alimenti ricchi di fibre o fermentati, più spesso però è possibile inserirli nella dieta grazie agli integratori alimentari.

Fra i microrganismi con azione probiotica hanno un ruolo chiave i fermenti lattici che contribuiscono alla fermentazione enzimatica degli zuccheri e si attivano in presenza di squilibri dell’apparato digerente. Utili per tenere sotto controllo i livelli del colesterolo nel sangue e per controllare i sintomi delle allergie, si trovano nei formaggi cremosi, nello yogurt e nel latte fermentato, favorendo la metabolizzazione del lattosio. Sono presenti inoltre nel miso, nei crauti e nel tempeh. Solitamente però vengono assunti sotto forma di complementi alimentari, affiancati a una dieta che ne favorisca l’assorbimento.

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